sabato 2 febbraio 2013

rammendo

è tempo di prendere fiato 
rammendare a punto stretto
tra foglie e radici, noi 
fiumi all'orlo dei sogni 

i semi, unghie ai crinali 
di corteccia un bussare 
fosse porta, cassa o tamburo

amo gli alberi piegati alla tempesta 
e la tempesta stessa, il vento
non ha linea retta

improvvisa

Pane e olio

c'è una discesa che va agli olivi 
dove anche il buio si inginocchia 
tanto luccicano le lune spese 
a crescere la prospettiva del raccolto 

trema come un primo bacio 
il muso della lepre, il vento 
teso in alto spettina i merli 

-posate le reti, cominciate il canto 
e che i bastoni percuotano il ramo
sino a che ognuno porti sale
al frantoio e pane, per l'assaggio

così restiamo
archi puntati alla luna
la luna di sempre

un soffio e la polvere è memoria
i fantasmi nel piatto,il colore di un nido