Non bastano a fare poesia una bella scrivania, un foglio di carta, una penna: i versi nascono anche a matita sul retro di biglietti della metropolitana, su margini di fogli di giornale strappati, su vecchie cartoline. È un gomitolo di contrasti la poesia: nasce dalla gioia e dal dolore, dal bene e dal male, dal caldo e dal freddo. Poesia è sangue e sudore, gli occhi di una prostituta, la mano tesa di un barbone. Annamaria Giannini
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martedì 6 novembre 2012
martedì 30 ottobre 2012
le caviglie pesanti
di catene slacciate a morsi
restano le ombre
di catene slacciate a morsi
restano le ombre
giovedì 13 settembre 2012
mentre la sera
Di quei crocicchi
quando il dito indica un ramo
e il cuore insegue il volo delle foglie
ho ancora fame di fiori nei capelli
dentro lo strazio di quest'ottobre mite
nutrono parole convergenti all'ombra
le grida amare rovesciate in piazza
come grandine a spezzare steli
e intorno i petali
a grondare
sangue
mentre la sera scivola
dentro un quaderno
quando il dito indica un ramo
e il cuore insegue il volo delle foglie
ho ancora fame di fiori nei capelli
dentro lo strazio di quest'ottobre mite
nutrono parole convergenti all'ombra
le grida amare rovesciate in piazza
come grandine a spezzare steli
e intorno i petali
a grondare
sangue
mentre la sera scivola
dentro un quaderno
venerdì 31 agosto 2012
Sono rimasta bambina nel lanciarmi a capofitto dentro gli alberi
...............
e ti domanda tregua il fianco offerto
si disfano nodi antichi, nuovi s'intrecciano
c'è un attimo per coprire l'altra guancia
e rimettere la lama nella roccia
si disfano nodi antichi, nuovi s'intrecciano
c'è un attimo per coprire l'altra guancia
e rimettere la lama nella roccia
martedì 14 agosto 2012
buongiorno!
sarà la menta che si piega al vento
la candela che era, ora un pò di cera
o il disordine che sonnecchia ancora
mi sento zingara tra quattro muri
e un fazzoletto di giardino
a casa mia
la candela che era, ora un pò di cera
o il disordine che sonnecchia ancora
mi sento zingara tra quattro muri
e un fazzoletto di giardino
a casa mia
venerdì 10 agosto 2012
Nottetempo
non c'è foglio a contenerci interi
lo spazio, è scrittura che emerge
a becco aperto nella cautela del nido
ali piegate a nascondersi al cielo
guarda, c'è tutto quello che serve
tra un battito e l'altro, sul seno
sabato 28 luglio 2012
Dei passi
non siamo polvere
ma soffi di creta, respiriamo
come fanno gli oleandri
che la poca acqua riversano sui fiori
basta un petalo a ridestare i sogni
noi,nulla da perdere
da formiche a dinosauri
corse di lampioni a questa luna
_infanta_ tra le contadine
il nome della strada
lo cantano i passi
e_ nascosti dall'erba_
i grilli, tanti
giovedì 26 luglio 2012
ali
Non hanno ali gli angeli
ma occhi grandi e fame
sotto nuvole che si allontanano
senza parlare
ma occhi grandi e fame
sotto nuvole che si allontanano
senza parlare
io
Di quei silenzi in bilico
tra i fianchi denudati
e il cuore, fiato le rose
sguardi di spine nell'ombra
c'è il vento
Tra mani di bosco
nuvole,poi foglia ed i funghi
cromìa di silenzi e un grido veleno
rimanere bambini e lanciarsi
a capofitto tra gli alberi
di_ vento
tra i fianchi denudati
e il cuore, fiato le rose
sguardi di spine nell'ombra
c'è il vento
Tra mani di bosco
nuvole,poi foglia ed i funghi
cromìa di silenzi e un grido veleno
rimanere bambini e lanciarsi
a capofitto tra gli alberi
di_ vento
17 marzo 1991
Le donne di casa mia sono tutte belle.
Hanno la bellezza dura, rocciosa, focosa delle Sarde.
Hanno lineamenti marcati, capelli neri ed occhi di brace.
Sono mogli di marinai, figlie delle onde, fiori dell'isola più azzurra del mondo.
La più bella di tutte era lei, mia nonna Anna.
Rimango ancora stupita quando guardo le foto della sua giovinezza, dove splendida sorrideva ad una vita che non le ha mai regalato tanto.
Non ha mai cercato di liberarsi dalle catene che portava attorcigliate alla caviglia, ma ha imparato a camminare sopportandone il peso, senza nulla togliere all'eleganza del suo incedere.
Di lei ricordo le carezze, i grembiuli avvolgenti che usava in cucina, le borsette abbinate alle scarpe ed i rossetti. Non usciva mai senza rossetto mia nonna. Nemmeno se doveva semplicemente scendere a prendere il pane.
Le donne di casa mia sono tutte belle, e tu nonna eri la più bella di tutte. Mi commuovo quando ritrovo la tua classe innata nei movimenti di mia figlia. E' uno dei miei più grandi rimpianti, sai, che tu non l'abbia mai potuta abbracciare.
La tua prima bisnipote e tu non l'hai mai vista.
Sei morta con la sua foto sotto il cuscino. Lei era piccolissima, un anno appena, anzi lo compiva pochi giorni dopo ed era ricoverata in ospedale con la polmonite, quando te ne sei andata.
Non abbiamo potuto correre da te.
Non abbiamo potuto darti la gioia di annegare in quegli occhi blu che ti sognavi la notte. Così mi dicevi per telefono: " Portami la zitedda".
Non ho fatto in tempo.
Ti voglio bene nonna.
Non so se ci guardi da lassù. Non so se Dio c'è, e quasi mi schermisco a pensarLo, colpevole di farlo solo a volte.
Ma tu sei qui comunque. Nel mio cuore ed in quello dei tuoi figli, e dei loro figli.
Ai nuovi piccoli arrivati racconteremo di te.
Perchè chi semina amore altro non può raccogliere.
Tua nipote
Annamaria
Hanno la bellezza dura, rocciosa, focosa delle Sarde.
Hanno lineamenti marcati, capelli neri ed occhi di brace.
Sono mogli di marinai, figlie delle onde, fiori dell'isola più azzurra del mondo.
La più bella di tutte era lei, mia nonna Anna.
Rimango ancora stupita quando guardo le foto della sua giovinezza, dove splendida sorrideva ad una vita che non le ha mai regalato tanto.
Non ha mai cercato di liberarsi dalle catene che portava attorcigliate alla caviglia, ma ha imparato a camminare sopportandone il peso, senza nulla togliere all'eleganza del suo incedere.
Di lei ricordo le carezze, i grembiuli avvolgenti che usava in cucina, le borsette abbinate alle scarpe ed i rossetti. Non usciva mai senza rossetto mia nonna. Nemmeno se doveva semplicemente scendere a prendere il pane.
Le donne di casa mia sono tutte belle, e tu nonna eri la più bella di tutte. Mi commuovo quando ritrovo la tua classe innata nei movimenti di mia figlia. E' uno dei miei più grandi rimpianti, sai, che tu non l'abbia mai potuta abbracciare.
La tua prima bisnipote e tu non l'hai mai vista.
Sei morta con la sua foto sotto il cuscino. Lei era piccolissima, un anno appena, anzi lo compiva pochi giorni dopo ed era ricoverata in ospedale con la polmonite, quando te ne sei andata.
Non abbiamo potuto correre da te.
Non abbiamo potuto darti la gioia di annegare in quegli occhi blu che ti sognavi la notte. Così mi dicevi per telefono: " Portami la zitedda".
Non ho fatto in tempo.
Ti voglio bene nonna.
Non so se ci guardi da lassù. Non so se Dio c'è, e quasi mi schermisco a pensarLo, colpevole di farlo solo a volte.
Ma tu sei qui comunque. Nel mio cuore ed in quello dei tuoi figli, e dei loro figli.
Ai nuovi piccoli arrivati racconteremo di te.
Perchè chi semina amore altro non può raccogliere.
Tua nipote
Annamaria
mercoledì 18 luglio 2012
Spighe di grano
Supponiamo che sia giunto il tempo
di cercare le sillabe smarrite
negli anfratti d'ombra sconosciuti al sole
dal buio usciranno i figli
ognuno nelle mani una tavola di legno
pronti a impastare acqua, farina e sale
un morso del pane sarà lasciato a terra
un sorso del vino nel bicchiere
e ogni spiga di grano avrà il sorriso
di quelli che per strada abbiamo perso.
venerdì 13 luglio 2012
genova 2001: Ia vergogna Roma 2012: I'epiIogo, ovvero, fino a che punto pensano di potersi spingere?
Aspettando Ia sentenza:
Ore 11.00
Mettere in gaIera dieci ragazzi per i bancomat rotti e i cassonetti bruciati per tantissimi anni.Ii responsabiIi deI massacro di decinee decine di persone vive e vegete ( che a differenza dei cassonetti perdono SANGUE quando Ie coIpisci), sono stati Iievemente puniti e non si faranno nemmeno un giorno di carcere, quando non promossi a cariche più importanti. Ia tesi che in questo schifo di mondo Ie cose materiaIi sono moIto più importanti dei respiri è più reaIe che mai.. Non può essere così.
Ansia.(speriamo ce Ia facciano per stasera, immagino I'ansia dei ragazzi, qui non si gioca, non sono sbirri Ioro, questa è gaIera. ( con tutte Ie dita incrociate a queIIe di tutti i compagni deI mondo)
Ore 1500
(In diretta radio da Madrid: ci stanno dicendo che sta succedendo stessa macelleria di genova 2001. Più di 25 persone arrestate con reato di terrorismo in tre giorni.( wow un passo avanti da devastazione e saccheggio)..la voce che parla è stanca ma non stupita e non resa, no, non resa. Nelle strade si massacrano tutti indistintamente, turisti compresi. I media itaIiani tacciono, queIIi spagnoIi pure. )
Corte di cassazione come plotone di esecuzione? Vedremo, ma attenzione signori, il movimento è vivo nonostante voi. Attenzione.
Non finisce qui, c'è la corte di Strasburgo, tribunale borghese certo, ma non esiste in europa il reato di devastazione e saccheggio. I dieci ragazzi all'epoca avevano poco più di vent'anni, quindici anni di galera per qualche bancomat? E massacrare decine di ragazzi si paga con qualche mese di lavori sociali? Sono monotona Io o, ma non riesco a pensare a tutti gIi ossimori contenuti in questa sentenza. PossibiIe che non se rendono conto?
Erano venti i processati, se gIi aItri dieci sono stati assoIti perchè iI reato non sussiste, perchè questi dieci si, per Io stesso reato?
Musica in piazza cavour, due beIIissime baIIerine hanno baIIato con un drappo vioIa... soIidierietà attiva, bravi ragazzi.
ore 17.00
Hanno finito gIi avvocati dei ragazzi...si sottoIineano Ia mancata presentazione di tutte Ie prove deII'accusa, si è rimarcato che daI famoso supermercato svaIigiato si è portata via soprattutto acqua, era impossibiIe bere e Ia gente era soffocata dai Iacrimogeni. Si è contestato che una foto che mi ritrae vicino a un cassonetto poi bruciato, non prova che sono stato io.Tanti gIi ossimori, tante Ie cose stranissime, un soIo grido: Iiberi. Genova è stata messa a ferro e fuoco, e' vero, di chi è Ia coIpa? Chi ha creato con una poIitica assurda di repressione un cIima di guerra? E possono in dieci pagare per tutto Io sfaceIo? Per Ia Iotta di tutti? Non vogIiamo capri espiatori, e non si possono prendere sette anni di gaIera perchè si è bruciato un bancomat. Quindici perchè si è rotta Ia vetrina di una banca.
Avete notato come tutti i timori deI popoIo no GiobaI a Genova sono oggi tristissime reaItà? Meditate gente, mediate davanti aIIa vetrina deIIa prossima banca che vi chiuderà Ia porta in faccia perchè non siete nessuno.
Pensate che CarIo è I'unico morto per pura fortuna, tanti avrebbero potuto essere dentro Ia diaz. Si può morire se ti sbattono ripetutamente Ia testa contro iI muro.
ore 18.15
Da notare che appena arrestati i capi d'accusa erano ben aItri, detenzione di armi da guerra, costruzione di armi da guerra, assaIto a una caserma, tutte bugie che sono croIIate come casteIIi di carta, rimangono devastione e saccheggio,e nessuna foto prova I'atto materiaIe. SoIo Ia vicinanza a...seguendo gIi orari deIIe foto si è costruito un percorso immaginario, dove i buchi sono stati riempiti con Ia fantasia. Si accusano di concorso moraIe aI reato aIcuni imputati: ora spiegatemi perchè Di Gennaro, che oggi si scusa,( dopo 11 anni?) non è moraImente coIpevoIe deI massacro aIIa Diaz come i suoi agenti, visto che ha seguito I'operazione deIIa maceIIeria messicana passo passo, in contatto radio.
Ia sentenza dovrebbe arrivare tra Ie otto e Ie nove, I'aspettiamo tutti insieme a Piazza TriIussa. Incrociamo dita e cuori.
!4 IugIio
undici anni fa in una piazza in tumuIto, dove foIIia era Ia paroIa d'ordine e vioIenza iI nome di ogni azione, dove sopprimere e reprimere erano i comandamenti e rabbia iI vento, tanti ragazzi si stavano ribeIIando aI pensiero che i potenti stessero decidendo per Ie Ioro vite, dando via a un'era dove iI potere economico sarebbe stata I'unica reIigione, caIpestando ogni diritto umano. Erano tantissimi, poi ne sono stati pescati venti a caso. Venti fra migIiaia, come esempio, come monito, come avviso. Sono passati undici anni, Ie peggiori previsioni si sono avverate e ciò che i potenti decidettero in quei giorni è diventato reaIe e anche di più. Sono passati undici anni e oggi quaIcuno di queIIi che erano soIo ragazzi aII'epoca varcherà Ia sogIia deIIa prigione, per fatti commessi tanto tempo fa, con prove effimere e nebuIose. Oggi una pagina nera si è scritta, macchiata ancora di rosso per i soprusi che in queIIa piazza sono avvenuti. Undici anni sono tanti, Ia vita ha continuato, Ie persone sono cambiate, nessuno di Ioro ha più commesso nessun reato in questi Iunghi anni ma aIIo stato non è interessato. Aveva oggi più che mai bisogno di quaIcuno da impiccare in piazza per monito, per avviso, per dirci che diritti noi non ne abbiamo più-
Ore 11.00
Mettere in gaIera dieci ragazzi per i bancomat rotti e i cassonetti bruciati per tantissimi anni.Ii responsabiIi deI massacro di decinee decine di persone vive e vegete ( che a differenza dei cassonetti perdono SANGUE quando Ie coIpisci), sono stati Iievemente puniti e non si faranno nemmeno un giorno di carcere, quando non promossi a cariche più importanti. Ia tesi che in questo schifo di mondo Ie cose materiaIi sono moIto più importanti dei respiri è più reaIe che mai.. Non può essere così.
Ansia.(speriamo ce Ia facciano per stasera, immagino I'ansia dei ragazzi, qui non si gioca, non sono sbirri Ioro, questa è gaIera. ( con tutte Ie dita incrociate a queIIe di tutti i compagni deI mondo)
Ore 1500
(In diretta radio da Madrid: ci stanno dicendo che sta succedendo stessa macelleria di genova 2001. Più di 25 persone arrestate con reato di terrorismo in tre giorni.( wow un passo avanti da devastazione e saccheggio)..la voce che parla è stanca ma non stupita e non resa, no, non resa. Nelle strade si massacrano tutti indistintamente, turisti compresi. I media itaIiani tacciono, queIIi spagnoIi pure. )
Corte di cassazione come plotone di esecuzione? Vedremo, ma attenzione signori, il movimento è vivo nonostante voi. Attenzione.
Non finisce qui, c'è la corte di Strasburgo, tribunale borghese certo, ma non esiste in europa il reato di devastazione e saccheggio. I dieci ragazzi all'epoca avevano poco più di vent'anni, quindici anni di galera per qualche bancomat? E massacrare decine di ragazzi si paga con qualche mese di lavori sociali? Sono monotona Io o, ma non riesco a pensare a tutti gIi ossimori contenuti in questa sentenza. PossibiIe che non se rendono conto?
Erano venti i processati, se gIi aItri dieci sono stati assoIti perchè iI reato non sussiste, perchè questi dieci si, per Io stesso reato?
Musica in piazza cavour, due beIIissime baIIerine hanno baIIato con un drappo vioIa... soIidierietà attiva, bravi ragazzi.
ore 17.00
Hanno finito gIi avvocati dei ragazzi...si sottoIineano Ia mancata presentazione di tutte Ie prove deII'accusa, si è rimarcato che daI famoso supermercato svaIigiato si è portata via soprattutto acqua, era impossibiIe bere e Ia gente era soffocata dai Iacrimogeni. Si è contestato che una foto che mi ritrae vicino a un cassonetto poi bruciato, non prova che sono stato io.Tanti gIi ossimori, tante Ie cose stranissime, un soIo grido: Iiberi. Genova è stata messa a ferro e fuoco, e' vero, di chi è Ia coIpa? Chi ha creato con una poIitica assurda di repressione un cIima di guerra? E possono in dieci pagare per tutto Io sfaceIo? Per Ia Iotta di tutti? Non vogIiamo capri espiatori, e non si possono prendere sette anni di gaIera perchè si è bruciato un bancomat. Quindici perchè si è rotta Ia vetrina di una banca.
Avete notato come tutti i timori deI popoIo no GiobaI a Genova sono oggi tristissime reaItà? Meditate gente, mediate davanti aIIa vetrina deIIa prossima banca che vi chiuderà Ia porta in faccia perchè non siete nessuno.
Pensate che CarIo è I'unico morto per pura fortuna, tanti avrebbero potuto essere dentro Ia diaz. Si può morire se ti sbattono ripetutamente Ia testa contro iI muro.
ore 18.15
Da notare che appena arrestati i capi d'accusa erano ben aItri, detenzione di armi da guerra, costruzione di armi da guerra, assaIto a una caserma, tutte bugie che sono croIIate come casteIIi di carta, rimangono devastione e saccheggio,e nessuna foto prova I'atto materiaIe. SoIo Ia vicinanza a...seguendo gIi orari deIIe foto si è costruito un percorso immaginario, dove i buchi sono stati riempiti con Ia fantasia. Si accusano di concorso moraIe aI reato aIcuni imputati: ora spiegatemi perchè Di Gennaro, che oggi si scusa,( dopo 11 anni?) non è moraImente coIpevoIe deI massacro aIIa Diaz come i suoi agenti, visto che ha seguito I'operazione deIIa maceIIeria messicana passo passo, in contatto radio.
Ia sentenza dovrebbe arrivare tra Ie otto e Ie nove, I'aspettiamo tutti insieme a Piazza TriIussa. Incrociamo dita e cuori.
!4 IugIio
undici anni fa in una piazza in tumuIto, dove foIIia era Ia paroIa d'ordine e vioIenza iI nome di ogni azione, dove sopprimere e reprimere erano i comandamenti e rabbia iI vento, tanti ragazzi si stavano ribeIIando aI pensiero che i potenti stessero decidendo per Ie Ioro vite, dando via a un'era dove iI potere economico sarebbe stata I'unica reIigione, caIpestando ogni diritto umano. Erano tantissimi, poi ne sono stati pescati venti a caso. Venti fra migIiaia, come esempio, come monito, come avviso. Sono passati undici anni, Ie peggiori previsioni si sono avverate e ciò che i potenti decidettero in quei giorni è diventato reaIe e anche di più. Sono passati undici anni e oggi quaIcuno di queIIi che erano soIo ragazzi aII'epoca varcherà Ia sogIia deIIa prigione, per fatti commessi tanto tempo fa, con prove effimere e nebuIose. Oggi una pagina nera si è scritta, macchiata ancora di rosso per i soprusi che in queIIa piazza sono avvenuti. Undici anni sono tanti, Ia vita ha continuato, Ie persone sono cambiate, nessuno di Ioro ha più commesso nessun reato in questi Iunghi anni ma aIIo stato non è interessato. Aveva oggi più che mai bisogno di quaIcuno da impiccare in piazza per monito, per avviso, per dirci che diritti noi non ne abbiamo più-
venerdì 22 giugno 2012
figlia
.e mentre prego per un andare azzurro
scucio gli orli alle gonne per adattarli ai giorni
l'ala custode freme e io la taccio
tu già corri avanti alle gambe
assaporando un chicco d'uva
come se fosse il mondo...
scucio gli orli alle gonne per adattarli ai giorni
l'ala custode freme e io la taccio
tu già corri avanti alle gambe
assaporando un chicco d'uva
come se fosse il mondo...
lunedì 18 giugno 2012
terra
La terra ha una memoria semplice
impostata sul dareavere e conseguenze strette
e questo ogni creatura lo comprende
ma l'uomo, oh l'uomo è come se fosse nato altrove
tratta la Madre come un pianeta sconosciuto
dove sperimentare ogni nefandezza
impostata sul dareavere e conseguenze strette
e questo ogni creatura lo comprende
ma l'uomo, oh l'uomo è come se fosse nato altrove
tratta la Madre come un pianeta sconosciuto
dove sperimentare ogni nefandezza
.
lo sciogliersi dei momenti in tempo tinge l'aria
ha anima di camaleonte il divenire
residui di riflesso in coda agli anni
cantano le rive colorate del mio nome
ha anima di camaleonte il divenire
residui di riflesso in coda agli anni
cantano le rive colorate del mio nome
venerdì 20 aprile 2012
senza titolo ( se non la memoria)
Di noi scritti sui muri, chi poi è fuggito
quelli rimasti e i figli. così diversi
la rivoluzione gli occhi i cani
tutto nei capelli
anche le piume
il coraggio di scioglierle ci avrebbe fatto ali
qualcuno non è sopravvissuto
senza morire. si è cancellato
altri non respirano
ma scalpitano la sera con gli amici
incisi sottopelle sempreverdi
in quel sorso d'abbraccio versato a terra
bevono il vino
mercoledì 18 aprile 2012
io e tu
E restano delle letture solo le mani
aperte alla malizia dell'impasto
all'inquieto delle forme irregolari
soffoca i persempre il vento largo
dilata nel nonaccontentarsi un altro odore
i giorni in fila sono un treno lungo
stare soli un vezzo della pelle
ci avviciniamo
nel distacco della parola insieme
due fili in una cruna,due braccia per ciascuno
ma lascia stare
il tempo lo sentiremo d'aria
nell'annusarci
aperte alla malizia dell'impasto
all'inquieto delle forme irregolari
soffoca i persempre il vento largo
dilata nel nonaccontentarsi un altro odore
i giorni in fila sono un treno lungo
stare soli un vezzo della pelle
ci avviciniamo
nel distacco della parola insieme
due fili in una cruna,due braccia per ciascuno
ma lascia stare
il tempo lo sentiremo d'aria
nell'annusarci
martedì 17 aprile 2012
in_certi versi
se riuscirò a legare le nubi ai rami
di foglie saranno i muri
e io, finalmente a casa
*
niente altari su cui posare cena
fiori in boccio uniche preghiere
senza andare a capo, in verso lungo
*
dita di vento a imbastire il senso
chiudendo le piume nel cuscino
per riposarmi insieme alle mie ali
*
non voglio tende così tu
potrai vedere e scegliere
quando tornare
sabato 31 marzo 2012
Aprile
Il caffè lo bevo amaro
giro nella tazza il cane nel giardino
i piatti nel lavabo a raccontarti a cena
la tua impronta calda sul cuscino
Spinge il sole tra le costole
questo aprile.
giro nella tazza il cane nel giardino
i piatti nel lavabo a raccontarti a cena
la tua impronta calda sul cuscino
Spinge il sole tra le costole
questo aprile.
venerdì 30 marzo 2012
Ioni di noi
Di noi, gli occhi a toccarsi
poi le mani a camminarsi incontro
aperte all'impudico bocche
a ferragosto
e il vino in un bicchiere solo.
Di noi, due punti e un diametro
nel paesino di montagna, mentre io
scrivo nel giardino
tu goccioli di doccia sul tappeto
non mi ricordo più dove abitavo prima.
poi le mani a camminarsi incontro
aperte all'impudico bocche
a ferragosto
e il vino in un bicchiere solo.
Di noi, due punti e un diametro
nel paesino di montagna, mentre io
scrivo nel giardino
tu goccioli di doccia sul tappeto
non mi ricordo più dove abitavo prima.
mercoledì 28 marzo 2012
A Fahkra, nostra sorella
Siamo abituati a vedere fiorire i rami e poi sfiorire nell'ordine naturale delle cose non c'è stupore, anzi, anzi, troviamo bellezza in quei sterpi secchi disegnati contro il cielo, macabre ragnatele di legno e se un passero ci si posa sopra ecco una nota!
Ma questo è l'ordine naturale delle cose e non c'è stupore e forse in quest'ordine ci rientra la donna picchiata, la bambina stuprata, la figlia reclusa, la sorella cacciata? Non copritevi dietro la nazione o la legge che per finta protegge, la realtà è ovunque tra muri insospettabili e finestre chiuse da tendine con pizzo alla francese.
Non fingete di dormire non tutto è tranquillo, non tutto tace, non tutto rientra nell'ordine naturale delle cose.
Chissà quale è stato l'ultimo pensiero
forse una lacrima scivolata
senza incontrare il ciglio che riposa
forse uno sguardo allo specchio
senza trovare il ricordo di un viso
o semplicemente l'ennesimo giorno negato
ti ha messo le ali per volare via stanca
dei due soldi di pietà spesi tra le pagine di un libro
poi dimenticati nella guerra che uccide
le madri e le figlie per mano dei padri.
Dimmi uomo qual'era la sua colpa?
Che tu sia maledetto giorno dopo giorno
senza tregua in ogni pensiero io ti maledico
e non c'è Dio per assolverti non c'è pietà per te.
Che tu sia maledetto in ogni tuo gesto in ogni tuo respiro
in questi versi dove non riesco a trovare parole dolci
per salutare una sorella a cui hai reciso il capo
povero fiore senza più primavera.
giovedì 22 marzo 2012
A Tonino Guerra
Ho camminato con te nell'orto dei frutti dimenticati
tra la Pera cotogna e la Corniola
l'Azzeruolo e la Ciliegia Cuccarina.
Con sguardo divertito mi chiedevi se sapevo
cos'era il Biriccoccolo
io felice negavo e ridevo e ascoltavo l'acqua
cantare le foglie in uno zampillo di gioia.
M'incantavo sotto l'arco delle favole
tu mi dicevi ridi bambina
ed è vero che l'aria d'intorno era più azzurra
nell'orto dei frutti dimenticati.
Te ne sei andato a Marzo
dove i fiori di mandorlo sono per le api affamate
io tornerò nel tuo orto
ci tornerò a giugno a piedi scalzi nell'acqua
a novembre con una sciarpa di nebbia intorno al collo
o forse ad Aprile con tutta la fantasia che ha sonno.
Te ne sei andato a Primavera
in fiore il tuo meraviglioso giardino di poesia.
mercoledì 21 marzo 2012
Il sapore di un verso
Vorrei un ago grande
per scucire sogni invecchiati
in un vicolo cieco e appuntarli
con cura in ricamo
sotto la giacca, là vicino al cuore.
Chissà che sapore hanno le nuvole
forse quello di un verso
quando il verso si incastra
perfetto tra il fango e le stelle.
in questo incessante viversi addosso
perdiamo i profumi leggeri
che belle le foglie
ignare d'autunno verdeggiano
e le nuvole
sempre pronte a rispondere al vento
negli occhi nuovi scorre la stessa luna
nel brusìo di un mare scontroso
respiro di pini, domani è lontano
tra i muri di sempre sarò goccia di danza
a passo leggero tra crepe d'inverno
porterò questa notte alla neve
candore
alle gelide fate rimerò le sirene
e un giaciglio di teli africani
per scucire sogni invecchiati
in un vicolo cieco e appuntarli
con cura in ricamo
sotto la giacca, là vicino al cuore.
Chissà che sapore hanno le nuvole
forse quello di un verso
quando il verso si incastra
perfetto tra il fango e le stelle.
in questo incessante viversi addosso
perdiamo i profumi leggeri
che belle le foglie
ignare d'autunno verdeggiano
e le nuvole
sempre pronte a rispondere al vento
negli occhi nuovi scorre la stessa luna
nel brusìo di un mare scontroso
respiro di pini, domani è lontano
tra i muri di sempre sarò goccia di danza
a passo leggero tra crepe d'inverno
porterò questa notte alla neve
candore
alle gelide fate rimerò le sirene
e un giaciglio di teli africani
A mia figlia
Non eri nulla ancora
eppure già intrecciavi i raggi al sole
nello sciogliersi dolce del pronunciarmi madre
Ancora appesa al cielo ti cullavo dentro
e ci univa quel dondolare piano d'ombra
che sfiorava il tuo profilo sopra il muro
a immaginarti bella a immaginarti mia
Ora che il vento di marzo ti slega i capelli
e sono ventidue le primavere insieme
sempre più m'incanta quel mare d'Africa a danzarti gli occhi
e le rocce della Sardegna colte a mani piene
riconosco l'eco di ogni donna che di azzurro ti colora
e mi resta della doglia solo il canto amore mio.
Sai quando il vento
Specchi, le parole, in cui miriamo o ammiriamo lo spaccato di noi stessi, anche quando crediamo di guardare altro da noi. E-vento, le parole, fanno accadere le cose, accendono micce e poi si trasformano, in un vento tiepido, come quello dalle braci di un fuoco che si spegne. Proprio come accade a noi tutti, anche se non ne abbiamo mai sufficiente e precisa memoria, come ci ricorda Celan nella sua memorabile “Parla anche tu“
Parla anche tu (Sprich auch du)
Parla anche tu
parla per ultimo,
dì cosa pensi.
Parla —
ma non dividere il sì dal no
Dà senso anche al tuo pensiero:
dagli ombra.
parla per ultimo,
dì cosa pensi.
Parla —
ma non dividere il sì dal no
Dà senso anche al tuo pensiero:
dagli ombra.
Dagli ombra che basti, tanta
quanta tu sai
attorno a te divisa fra
mezzanotte e mezzodì e mezzanotte.
quanta tu sai
attorno a te divisa fra
mezzanotte e mezzodì e mezzanotte.
Guardati intorno:
vedi come in giro si rivive —
Per la morte! Si rivive!
Dice il vero, chi parla di ombre.
vedi come in giro si rivive —
Per la morte! Si rivive!
Dice il vero, chi parla di ombre.
Ma ora si stringe il luogo dove stai:
Adesso dove andrai, spogliato dell’ombre, dove?
Sali. A tasto innàlzati.
Più sottile divieni, quasi altro, più fine!
Più fine: un filo, lungo il quale
Vuole scendere, la stella:
per giù nuotare, giù, dove essa
si vede brillare: nel mareggiare
di errabonde parole.
Adesso dove andrai, spogliato dell’ombre, dove?
Sali. A tasto innàlzati.
Più sottile divieni, quasi altro, più fine!
Più fine: un filo, lungo il quale
Vuole scendere, la stella:
per giù nuotare, giù, dove essa
si vede brillare: nel mareggiare
di errabonde parole.
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E meraviglie, le parole, tutte, architetture che costruiscono ponti, archi, invisibili controventamenti alle raffiche impetuose delle assenze. Riescono a raggiungere luoghi che, diciamo, non esistono, riescono a dialogare fittamente con chi non è più, o nel presente è lontanissimo, o futuro. Ancora non sappiamo quali altri prodigi riescono a realizzare ma certamente è un ottimo segnale il fatto tangibile che la poesia continui a chiamarle, toccarle, INVENTARLE, dando loro tutto il fiato che serve per farle viaggiare in ogni dove sulla terra e nel cosmo.
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http://cartesensibili.wordpress.com/2012/03/21/sai-quando-il-vento-21-marzo-2012-giornata-mondiale-della-poesia/
Una folata di poesia, un onore per me essere qui.
lunedì 19 marzo 2012
Farfalle
Ricordo bene il tempo delle lune spente
delle porte sbattute contro il vento
del mio non dormire per non sognarmi addosso
Ho ancora sulla pelle quelle notti
i fiori recisi dallo stelo e regalati al cielo
e le lacrime nel vederli cadere senza saper volare
Non erano farfalle
e non mi faceva sentire meno sola
vederli come me senza le ali
Non è stato facile tornare
ritrovare il nome nel perdermi in parole
ricucendo ai rami le foglie ancora verdi
-non cadute che autunno non si sbaglia-
strappate a morsi poi sputate a terra
come fossero niente
pulviscolo inconsueto su mobili tirati a cera
Piet(r)osa
E' insonne il fianco denudato alla speranza
Tagliava ogni sera con rabbia
mentre un sospiro di stella si celava di nuvola
per non guardare per non gridare
io declinavo verbi all'imperfetto in cantilena
per non morire
ero ridevo volavo vivevo
SPARIVO
Nel rifiuto delle lacrime un bicchiere di sale
che da culla in falce non si trasformi luna
mentre un sospiro di stella si celava di nuvola
per non guardare per non gridare
io declinavo verbi all'imperfetto in cantilena
per non morire
ero ridevo volavo vivevo
SPARIVO
Nel rifiuto delle lacrime un bicchiere di sale
potava sul comodino la siepe dei sogni
io mi chiudevo piet(r)osa tra parentesi quadre
noi
Noi siamo semi e sudore
cedute alle zolle dall'aratro che incede
siamo asole grandi per stelle troppo strette
siamo punto di sutura a cucire l'orizzonte
in un confondersi di onde e nuvole di grano
cedute alle zolle dall'aratro che incede
siamo asole grandi per stelle troppo strette
siamo punto di sutura a cucire l'orizzonte
in un confondersi di onde e nuvole di grano
China d'ombra
la lingua cerca il dente e lo guarisce
fanno pace il seno e la sua spina
e contro vento il canto si consegna in luce
al segnalibro di_verso della storia
di carne al sangue è un annegarsi in gola
la catena del ricordo intorno al dito
rammendo asole e vino nello sfiorire lento
di una sera incastonata in remore di sole
e nubi chiuse al pubblico plaudente
_la chiave non esiste senza porta_
Addormentarmi
in assenza di cancelli aperti
il guardarmi dentro alla moviola
coglie silenzi in bilico tra i fianchi denudati e il cuore
il vento incolla i rami al cielo poi li strappa
senza lasciar respiro alla memoria
solo per stanotte voglio che tu sia l'oblio
dipingi tra le mie cosce il desiderio
inventa due ali so che lo sai fare
che non siano di carta sai
così può avvicinarsi il sole
voglio addormentarmi così
grano di povere in cerchio di luna
respirandoti espirandomi
il tuo sesso tenero racchiuso nella mano
tra coltri sazie e occhi di persiane
addormentarmi.
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