Ricordo bene il tempo delle lune spente
delle porte sbattute contro il vento
del mio non dormire per non sognarmi addosso
Ho ancora sulla pelle quelle notti
i fiori recisi dallo stelo e regalati al cielo
e le lacrime nel vederli cadere senza saper volare
Non erano farfalle
e non mi faceva sentire meno sola
vederli come me senza le ali
Non è stato facile tornare
ritrovare il nome nel perdermi in parole
ricucendo ai rami le foglie ancora verdi
-non cadute che autunno non si sbaglia-
strappate a morsi poi sputate a terra
come fossero niente
pulviscolo inconsueto su mobili tirati a cera
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