Amo dell'inverno la sua fine/ quando si scioglie piano sopra i prati\ del ramo brullo s'intravede il sogno/ la gemma che sarà quasi profuma. Amo dell'inverno tutto il coraggio/ del passero che in volo lo attraversa\ del bucaneve con la sua sfida al gelo\ e del mio cuore capace di scaldare/ la notte fredda con un solo verso.
Amo dell'estate il suo viaggiare/ con l'incoscienza azzurra delle fate/le porte aperte a far entrare il cielo/ i passi nudi che cercano il sentiero./ Amo dell'estate il volo appeso/ a un grammo di passione a buon mercato/ un bacio al chiar di luna e il gioco è fatto/ non c'è futuro sul vocabolario.
Non bastano a fare poesia una bella scrivania, un foglio di carta, una penna: i versi nascono anche a matita sul retro di biglietti della metropolitana, su margini di fogli di giornale strappati, su vecchie cartoline. È un gomitolo di contrasti la poesia: nasce dalla gioia e dal dolore, dal bene e dal male, dal caldo e dal freddo. Poesia è sangue e sudore, gli occhi di una prostituta, la mano tesa di un barbone. Annamaria Giannini
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giovedì 16 febbraio 2012
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