martedì 30 ottobre 2012

 le caviglie pesanti
di catene slacciate a morsi
restano le ombre

giovedì 13 settembre 2012

mentre la sera

Di quei crocicchi
quando il dito indica un ramo
e il cuore insegue il volo delle foglie

ho ancora fame di fiori nei capelli
dentro lo strazio di quest'ottobre mite

nutrono parole convergenti all'ombra
le grida amare rovesciate in piazza
come grandine a spezzare steli
e intorno i petali
a grondare
sangue


mentre la sera scivola 

dentro un quaderno

venerdì 31 agosto 2012

Sono rimasta bambina nel lanciarmi a capofitto dentro gli alberi

...............

e ti domanda tregua il fianco offerto
si disfano nodi antichi, nuovi s'intrecciano
c'è un attimo per coprire l'altra guancia
e rimettere la lama nella roccia

martedì 14 agosto 2012

buongiorno!

sarà la menta che si piega al vento
la candela che era, ora un pò di cera
o il disordine che sonnecchia ancora

mi sento zingara tra quattro muri
e un fazzoletto di giardino

a casa mia

venerdì 10 agosto 2012

Nottetempo



non c'è foglio a contenerci interi 

lo spazio, è scrittura che emerge 
a becco aperto nella cautela del nido 
 ali piegate a nascondersi al cielo 

guarda, c'è tutto quello che serve 
tra un battito e l'altro, sul seno

sabato 28 luglio 2012

Dei passi




non siamo polvere
ma soffi di creta, respiriamo
come fanno gli oleandri
che la poca acqua riversano sui fiori

basta un petalo a ridestare i sogni

noi,nulla da perdere
da formiche a dinosauri
corse di lampioni a questa luna
_infanta_ tra le contadine

il nome della strada
lo cantano i passi
e_ nascosti dall'erba_
i grilli, tanti

giovedì 26 luglio 2012

ali

Non hanno ali gli angeli
ma occhi grandi e fame
sotto nuvole che si allontanano
senza parlare

io

Di quei silenzi in bilico 
tra i fianchi denudati 
e il cuore, fiato le rose 
sguardi di spine nell'ombra 

c'è il vento 

Tra mani di bosco 
nuvole,poi foglia ed i funghi 
cromìa di silenzi e un grido veleno 

rimanere bambini e lanciarsi 
a capofitto tra gli alberi 

di_ vento

17 marzo 1991

Le donne di casa mia sono tutte belle.
Hanno la bellezza dura, rocciosa, focosa delle Sarde.
Hanno lineamenti marcati, capelli neri ed occhi di brace.
Sono mogli di marinai, figlie delle onde, fiori dell'isola più azzurra del mondo.
La più bella di tutte era lei, mia nonna Anna.
Rimango ancora stupita quando guardo le foto della sua giovinezza, dove splendida sorrideva ad una vita che non le ha mai regalato tanto.
Non ha mai cercato di liberarsi dalle catene che portava attorcigliate alla caviglia, ma ha imparato a camminare sopportandone il peso, senza nulla togliere all'eleganza del suo incedere.
Di lei ricordo le carezze, i grembiuli avvolgenti che usava in cucina, le borsette abbinate alle scarpe ed i rossetti. Non usciva mai senza rossetto mia nonna. Nemmeno se doveva semplicemente scendere a prendere il pane.
Le donne di casa mia sono tutte belle, e tu nonna eri la più bella di tutte. Mi commuovo quando ritrovo la tua classe innata nei movimenti di mia figlia. E' uno dei miei più grandi rimpianti, sai, che tu non l'abbia mai potuta abbracciare.
La tua prima bisnipote e tu non l'hai mai vista.
Sei morta con la sua foto sotto il cuscino. Lei era piccolissima, un anno appena, anzi lo compiva pochi giorni dopo ed era ricoverata in ospedale con la polmonite, quando te ne sei andata.
Non abbiamo potuto correre da te.
Non abbiamo potuto darti la gioia di annegare in quegli occhi blu che ti sognavi la notte. Così mi dicevi per telefono: " Portami la zitedda".
Non ho fatto in tempo.
Ti voglio bene nonna.
Non so se ci guardi da lassù. Non so se Dio c'è, e quasi mi schermisco a pensarLo, colpevole di farlo solo a volte.
Ma tu sei qui comunque. Nel mio cuore ed in quello dei tuoi figli, e dei loro figli.
Ai nuovi piccoli arrivati racconteremo di te.
Perchè chi semina amore altro non può raccogliere.
Tua nipote

Annamaria

mercoledì 18 luglio 2012

Spighe di grano


Supponiamo che sia giunto il tempo 
di cercare le sillabe smarrite 
negli anfratti d'ombra sconosciuti al sole 

dal buio usciranno i figli 
ognuno nelle mani una tavola di legno 
pronti a impastare acqua, farina e sale 

un morso del pane sarà lasciato a terra
un sorso del vino nel bicchiere
e ogni spiga di grano avrà il sorriso
di quelli che per strada abbiamo perso.

venerdì 13 luglio 2012

genova 2001: Ia vergogna Roma 2012: I'epiIogo, ovvero, fino a che punto pensano di potersi spingere?

Aspettando Ia sentenza:

Ore 11.00
Mettere in gaIera dieci ragazzi per i bancomat rotti e i cassonetti bruciati per tantissimi anni.Ii responsabiIi deI massacro di decinee decine di persone vive e vegete ( che a differenza dei cassonetti perdono SANGUE quando Ie coIpisci), sono stati Iievemente puniti e non si faranno nemmeno un giorno di carcere, quando non promossi a cariche più importanti. Ia tesi che in questo schifo di mondo Ie cose materiaIi sono moIto più importanti dei respiri è più reaIe che mai.. Non può essere così.


Ansia.(speriamo ce Ia facciano per stasera, immagino I'ansia dei ragazzi, qui non si gioca, non sono sbirri Ioro, questa è gaIera. ( con tutte Ie dita incrociate a queIIe di tutti i compagni deI mondo)




Ore 1500


(In diretta radio da Madrid: ci stanno dicendo che sta succedendo stessa macelleria di genova 2001. Più di 25 persone arrestate con reato di terrorismo in tre giorni.( wow un passo avanti da devastazione e saccheggio)..la voce che parla è stanca ma non stupita e non resa, no, non resa. Nelle strade si massacrano tutti indistintamente, turisti compresi. I media itaIiani tacciono, queIIi spagnoIi pure. )



Corte di cassazione come plotone di esecuzione? Vedremo, ma attenzione signori, il movimento è vivo nonostante voi. Attenzione.
Non finisce qui, c'è la corte di Strasburgo, tribunale borghese certo, ma non esiste in europa il reato di devastazione e saccheggio. I dieci ragazzi all'epoca avevano poco più di vent'anni, quindici anni di galera per qualche bancomat? E massacrare decine di ragazzi si paga con qualche mese di lavori sociali? Sono monotona Io o, ma non riesco a pensare a tutti gIi ossimori contenuti in questa sentenza. PossibiIe che non se rendono conto?
Erano venti i processati, se gIi aItri dieci sono stati assoIti perchè iI reato non sussiste, perchè questi dieci si, per Io stesso reato?

Musica in piazza cavour, due beIIissime baIIerine hanno baIIato con un drappo vioIa... soIidierietà attiva, bravi ragazzi.


ore 17.00

Hanno finito gIi avvocati dei ragazzi...si sottoIineano Ia mancata presentazione di tutte Ie prove deII'accusa, si è rimarcato che daI famoso supermercato svaIigiato si è portata via soprattutto acqua, era impossibiIe bere e Ia gente era soffocata dai Iacrimogeni. Si è contestato che una foto che mi ritrae vicino a un cassonetto poi bruciato, non prova che sono stato io.Tanti gIi ossimori, tante Ie cose stranissime, un soIo grido: Iiberi. Genova è stata messa a ferro e fuoco, e' vero, di chi è Ia coIpa? Chi ha creato con una poIitica assurda di repressione un cIima di guerra? E possono in dieci pagare per tutto Io sfaceIo? Per Ia Iotta di tutti? Non vogIiamo capri espiatori, e non si possono prendere sette anni di gaIera perchè si è bruciato un bancomat. Quindici perchè si è rotta Ia vetrina di una banca.

Avete notato come tutti i timori deI popoIo no GiobaI a Genova sono oggi tristissime reaItà? Meditate gente, mediate davanti aIIa vetrina deIIa prossima banca che vi chiuderà Ia porta in faccia perchè non siete nessuno.

Pensate che CarIo è I'unico morto per pura fortuna, tanti avrebbero potuto essere dentro Ia diaz. Si può morire se ti sbattono ripetutamente Ia testa contro iI muro.

ore 18.15

Da notare che appena arrestati i capi d'accusa erano ben aItri, detenzione di armi da guerra, costruzione di armi da guerra, assaIto a una caserma, tutte bugie che sono croIIate come casteIIi di carta, rimangono devastione e saccheggio,e nessuna foto prova I'atto materiaIe. SoIo Ia vicinanza a...seguendo gIi orari deIIe foto si è costruito un percorso immaginario, dove i buchi sono stati riempiti con Ia fantasia. Si accusano di concorso moraIe aI reato aIcuni imputati: ora spiegatemi perchè Di Gennaro, che oggi si scusa,( dopo 11 anni?) non è moraImente coIpevoIe deI massacro aIIa Diaz come i suoi agenti, visto che ha seguito I'operazione deIIa maceIIeria messicana passo passo, in contatto radio.


Ia sentenza dovrebbe arrivare tra Ie otto e Ie nove, I'aspettiamo tutti insieme a Piazza TriIussa. Incrociamo dita e cuori.



!4 IugIio

undici anni fa in una piazza in tumuIto, dove foIIia era Ia paroIa d'ordine e vioIenza iI nome di ogni azione, dove sopprimere e reprimere erano i comandamenti e rabbia iI vento, tanti ragazzi si stavano ribeIIando aI pensiero che i potenti stessero decidendo per Ie Ioro vite, dando via a un'era dove iI potere economico sarebbe stata I'unica reIigione, caIpestando ogni diritto umano. Erano tantissimi, poi ne sono stati pescati venti a caso. Venti fra migIiaia, come esempio, come monito, come avviso. Sono passati undici anni, Ie peggiori previsioni si sono avverate e ciò che i potenti decidettero in quei giorni è diventato reaIe e anche di più. Sono passati undici anni e oggi quaIcuno di queIIi che erano soIo ragazzi aII'epoca varcherà Ia sogIia deIIa prigione, per fatti commessi tanto tempo fa, con prove effimere e nebuIose. Oggi una pagina nera si è scritta, macchiata ancora di rosso per i soprusi che in queIIa piazza sono avvenuti. Undici anni sono tanti, Ia vita ha continuato, Ie persone sono cambiate, nessuno di Ioro ha più commesso nessun reato in questi Iunghi anni ma aIIo stato non è interessato. Aveva oggi più che mai bisogno di quaIcuno da impiccare in piazza per monito, per avviso, per dirci che diritti noi non ne abbiamo più-

venerdì 22 giugno 2012

figlia

.e mentre prego per un andare azzurro
scucio gli orli alle gonne per adattarli ai giorni 
l'ala custode freme e io la taccio


tu già corri avanti alle gambe
assaporando un chicco d'uva
come se fosse il mondo...

lunedì 18 giugno 2012

terra

La terra ha una memoria semplice
impostata sul dareavere e conseguenze strette
e questo ogni creatura lo comprende
ma l'uomo, oh l'uomo è come se fosse nato altrove
tratta la Madre come un pianeta sconosciuto
dove sperimentare ogni nefandezza

.

lo sciogliersi dei momenti in tempo tinge l'aria
ha anima di camaleonte il divenire
residui di riflesso in coda agli anni
cantano le rive colorate del mio nome

venerdì 20 aprile 2012

senza titolo ( se non la memoria)


Di noi scritti sui muri, chi poi è fuggito 
quelli rimasti e i figli. così diversi 
la rivoluzione gli occhi i cani 
tutto nei capelli 
anche le piume 

il coraggio di scioglierle ci avrebbe fatto ali 

qualcuno non è sopravvissuto 
senza morire. si è cancellato 
altri non respirano
ma scalpitano la sera con gli amici 
incisi sottopelle sempreverdi
in quel sorso d'abbraccio versato a terra
bevono il vino

mercoledì 18 aprile 2012

io e tu


E restano delle letture solo le mani 
aperte alla malizia dell'impasto 
all'inquieto delle forme irregolari 
soffoca i persempre il vento largo 
dilata nel nonaccontentarsi un altro odore 

i giorni in fila sono un treno lungo 
stare soli un vezzo della pelle 

ci avviciniamo 
nel distacco della parola insieme
due fili in una cruna,due braccia per ciascuno 

ma lascia stare 
il tempo lo sentiremo d'aria 
nell'annusarci

martedì 17 aprile 2012

in_certi versi



se riuscirò a legare le nubi ai rami 
di foglie saranno i muri 
e io, finalmente a casa 
                *
niente altari su cui posare cena 
fiori in boccio uniche preghiere 
senza andare a capo, in verso lungo 
                 *
dita di vento a imbastire il senso 
chiudendo le piume nel cuscino 
per riposarmi insieme alle mie ali 
                 *
non voglio tende così tu 
potrai vedere e scegliere 
quando tornare

sabato 31 marzo 2012

Aprile

Il caffè lo bevo amaro 
giro nella tazza il cane nel giardino 
i piatti nel lavabo a raccontarti a cena 
la tua impronta calda sul cuscino
Spinge il sole tra le costole 
questo aprile. 

venerdì 30 marzo 2012

Ioni di noi

Di noi, gli occhi a toccarsi 
poi le mani a camminarsi incontro 
aperte all'impudico bocche 
a ferragosto 
e il vino in un bicchiere solo. 


Di noi, due punti e un diametro 
nel paesino di montagna, mentre io 
scrivo nel giardino 
tu goccioli di doccia sul tappeto 
non mi ricordo più dove abitavo prima.

mercoledì 28 marzo 2012


A Fahkra, nostra sorella
Siamo abituati a vedere fiorire i rami e poi sfiorire nell'ordine naturale delle cose non c'è stupore, anzi, anzi, troviamo bellezza in quei sterpi secchi disegnati  contro il cielo, macabre ragnatele di legno e se un passero ci si posa sopra ecco una nota!
Ma questo è l'ordine naturale delle cose e non c'è stupore e forse in quest'ordine ci rientra la donna picchiata, la bambina stuprata,  la figlia reclusa, la sorella cacciata? Non copritevi dietro la nazione o la legge che per finta protegge, la realtà è ovunque tra muri insospettabili e finestre chiuse da tendine con pizzo alla francese.
Non fingete di dormire non tutto è tranquillo, non tutto tace, non tutto rientra nell'ordine naturale delle cose.

Chissà quale è stato l'ultimo pensiero
forse una lacrima scivolata
senza incontrare il ciglio che riposa
forse uno sguardo allo specchio
senza trovare il ricordo di un viso
o semplicemente l'ennesimo giorno negato
ti ha messo le ali per volare via stanca
dei due soldi di pietà spesi tra le pagine di un libro
poi dimenticati nella guerra che uccide
le madri e le figlie per mano dei padri.

Dimmi uomo qual'era la sua colpa?
Che tu sia maledetto giorno dopo giorno
senza tregua in ogni pensiero io ti maledico
e non c'è Dio per assolverti non c'è pietà per te.
Che tu sia maledetto in ogni tuo gesto in ogni tuo respiro
in questi versi dove non riesco a trovare parole dolci
per salutare una sorella  a cui hai reciso il capo
povero fiore senza più primavera. 

giovedì 22 marzo 2012

A Tonino Guerra


Ho camminato con te nell'orto dei frutti dimenticati 
tra la Pera cotogna e la Corniola
 l'Azzeruolo e la Ciliegia Cuccarina. 
Con sguardo divertito mi chiedevi se sapevo
cos'era il Biriccoccolo  
io felice negavo e ridevo e ascoltavo l'acqua 
cantare le foglie in uno zampillo di gioia. 

M'incantavo sotto l'arco delle favole  
tu mi dicevi ridi bambina
ed è vero che l'aria d'intorno era più azzurra
nell'orto dei frutti dimenticati. 

Te ne sei andato a Marzo
dove i fiori di mandorlo sono per le api affamate
  io tornerò nel tuo orto 
ci tornerò a giugno a piedi scalzi nell'acqua 
a novembre con una sciarpa di nebbia intorno al collo 
o forse ad Aprile con tutta la fantasia che ha sonno. 
Te ne sei andato a Primavera
in fiore il tuo meraviglioso giardino di poesia. 

mercoledì 21 marzo 2012

Il sapore di un verso

Vorrei un ago grande
per scucire sogni invecchiati
in un vicolo cieco e appuntarli
con cura in ricamo
sotto la giacca, là vicino al cuore.
Chissà che sapore hanno le nuvole
forse quello di un verso 
quando il verso si incastra
perfetto tra il fango e le stelle.

in questo incessante viversi addosso
perdiamo i profumi leggeri 

che belle le foglie
ignare d'autunno verdeggiano

e le nuvole
sempre pronte a rispondere al vento

negli occhi nuovi scorre la stessa luna
nel brusìo di un mare scontroso 

respiro di pini, domani è lontano
tra i muri di sempre sarò goccia di danza
a passo leggero tra crepe d'inverno
porterò questa notte alla neve

candore 

alle gelide fate rimerò le sirene 
e un giaciglio di teli africani

A mia figlia



Non eri nulla ancora
eppure già intrecciavi i raggi al sole
nello sciogliersi dolce del pronunciarmi madre

Ancora appesa al cielo ti cullavo dentro
e ci univa quel dondolare piano d'ombra
che sfiorava il tuo profilo sopra il muro
a immaginarti bella  a immaginarti mia

Ora che il vento di marzo ti slega i capelli
e sono ventidue le primavere insieme
sempre  più m'incanta quel mare d'Africa a danzarti gli occhi
e le rocce della Sardegna colte a mani piene 
riconosco l'eco di ogni donna che di azzurro ti colora
e mi resta della doglia solo il canto amore mio. 

Sai quando il vento


Specchi, le parole, in cui miriamo o ammiriamo lo spaccato di noi stessi, anche quando crediamo di guardare altro da noi. E-vento, le parole, fanno accadere le cose, accendono micce e poi si trasformano, in un vento tiepido, come quello dalle braci di un fuoco che si spegne. Proprio come accade a noi tutti, anche se non ne abbiamo mai sufficiente e precisa memoria, come ci ricorda Celan nella sua memorabile “Parla anche tu
Parla anche tu  (Sprich auch du)  
Parla anche tu 
parla per ultimo, 
dì cosa pensi. 
Parla — 
ma non dividere il sì dal no 
Dà senso anche al tuo pensiero: 
dagli ombra.
Dagli ombra che basti, tanta 
quanta tu sai 
attorno a te divisa fra 
mezzanotte e mezzodì e mezzanotte.
Guardati intorno:
vedi come in giro si rivive —
Per la morte! Si rivive!
Dice il vero, chi parla di ombre.
Ma ora si stringe il luogo dove stai:
Adesso dove andrai, spogliato dell’ombre, dove?
Sali. A tasto innàlzati.
Più sottile divieni, quasi altro, più fine!
Più fine: un filo, lungo il quale
Vuole scendere, la stella:
per giù nuotare, giù, dove essa
si vede brillare: nel mareggiare
di errabonde parole.  
.
E meraviglie, le parole, tutte, architetture che costruiscono ponti, archi, invisibili controventamenti alle raffiche impetuose delle assenze. Riescono a raggiungere luoghi che, diciamo, non esistono, riescono a dialogare fittamente con chi non è più, o nel presente è lontanissimo, o futuro. Ancora non sappiamo quali altri prodigi riescono a realizzare ma certamente è un ottimo segnale il fatto tangibile che la poesia continui a chiamarle, toccarle, INVENTARLE, dando loro tutto il fiato che serve per farle viaggiare in ogni dove sulla terra e nel cosmo.
.


http://cartesensibili.wordpress.com/2012/03/21/sai-quando-il-vento-21-marzo-2012-giornata-mondiale-della-poesia/

Una folata di poesia, un onore per me essere qui.

lunedì 19 marzo 2012

Farfalle

Ricordo bene il tempo delle lune spente
delle porte sbattute contro il vento
del mio non dormire per non sognarmi addosso

Ho ancora sulla pelle quelle notti      
i fiori recisi dallo stelo e regalati al cielo
e le lacrime nel vederli cadere senza saper volare

Non erano farfalle
e non mi faceva sentire meno sola
vederli come me senza le ali 


Non è stato facile tornare
ritrovare il nome nel perdermi in parole
ricucendo ai rami le foglie ancora verdi 



-non cadute che autunno non si sbaglia-

strappate a morsi poi sputate a terra
come fossero niente
pulviscolo inconsueto su mobili tirati a cera 




Piet(r)osa

E' insonne il fianco denudato alla speranza
che da culla in falce non si trasformi luna

 Tagliava ogni sera con rabbia
mentre un sospiro di stella si celava di nuvola
per non guardare per non gridare
io declinavo verbi all'imperfetto in cantilena
per non morire
ero ridevo volavo vivevo

SPARIVO


Nel rifiuto delle lacrime un bicchiere di sale
potava sul comodino la siepe dei sogni
io mi chiudevo piet(r)osa tra parentesi quadre

noi

Noi siamo semi e sudore 
cedute alle zolle dall'aratro che incede 
siamo asole grandi per stelle troppo strette 
siamo punto di sutura a cucire l'orizzonte 
in un confondersi di onde e nuvole di grano


China d'ombra
l'ombra china il capo al muro 
la lingua cerca il dente e lo guarisce 
fanno pace il seno e la sua spina 
e contro vento il canto si consegna in luce 
al segnalibro di_verso della storia 


di carne al sangue è un annegarsi in gola 
la catena del ricordo intorno al dito
rammendo asole e vino nello sfiorire lento 
di una sera incastonata in remore di sole 
e nubi chiuse al pubblico plaudente 


_la chiave non esiste senza porta_ 


Addormentarmi



in assenza di cancelli aperti 
il guardarmi dentro alla moviola 
coglie silenzi in bilico tra i fianchi denudati e il cuore 
il vento incolla i rami al cielo poi li strappa 
senza lasciar respiro alla memoria 


solo per stanotte voglio che tu sia l'oblio 
dipingi tra le mie cosce il desiderio 
inventa due ali so che lo sai fare 
che non siano di carta sai 
così può avvicinarsi il sole


voglio addormentarmi così 
grano di povere in cerchio di luna 
respirandoti espirandomi 
il tuo sesso tenero racchiuso nella mano 
tra coltri sazie e occhi di persiane 
addormentarmi.