Vorrei un ago grande
per scucire sogni invecchiati
in un vicolo cieco e appuntarli
con cura in ricamo
sotto la giacca, là vicino al cuore.
Chissà che sapore hanno le nuvole
forse quello di un verso
quando il verso si incastra
perfetto tra il fango e le stelle.
in questo incessante viversi addosso
perdiamo i profumi leggeri
che belle le foglie
ignare d'autunno verdeggiano
e le nuvole
sempre pronte a rispondere al vento
negli occhi nuovi scorre la stessa luna
nel brusìo di un mare scontroso
respiro di pini, domani è lontano
tra i muri di sempre sarò goccia di danza
a passo leggero tra crepe d'inverno
porterò questa notte alla neve
candore
alle gelide fate rimerò le sirene
e un giaciglio di teli africani
Non bastano a fare poesia una bella scrivania, un foglio di carta, una penna: i versi nascono anche a matita sul retro di biglietti della metropolitana, su margini di fogli di giornale strappati, su vecchie cartoline. È un gomitolo di contrasti la poesia: nasce dalla gioia e dal dolore, dal bene e dal male, dal caldo e dal freddo. Poesia è sangue e sudore, gli occhi di una prostituta, la mano tesa di un barbone. Annamaria Giannini
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mercoledì 21 marzo 2012
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